M I S S I O N E C O M P I U T A ! - Che cos'è la Haute Route 2012, e cosa rappresenta l'abbiamo scoperto nel dettaglio all'interno di questo articolo. Senza dubbio però il bello di una gara a tappe da quasi 780 chilometri e 21'000 metri di dislivello è che la storia non si risolve in sole 24 ore: la trama si sviluppa e si estende di giorno in giorno per un'intera settimana. Ci sono mille sfaccettature che caratterizzano tale tipo di eventi, dalla fatica alla gioia, dai paesaggi alle salite, dall'agonismo al riposo. Molti sono gli aneddoti che si possono raccogliere ogni giorno transitando tra le vie di grandi città e piccoli paesini. Ecco perché un diario rappresenta il miglior mezzo per raccontare tutto ciò. A seguire dunque troverete il riassunto dei vari "episodi" di questo film d'avventura che vedrà protagonisti i ragazzi del BMC FreeBike Cycling Team, confidando sempre nella connessione internet! Continuando a seguirci, e invitando anche i vostri amici a farlo, contribuirete da dare una importante spinta all'intero gruppo!
Leggi la newsletter online: avrai così la possibilità di scaricare le audio interviste integrali in alta definizione, e le classifiche complete, comprensive dei tempi di scalata ai 19 mitici colli che hanno caratterizzato questa seconda edizione. Inoltre potrai visualizzare alcune delle fotografie più significative relative al team. Apri la newsletter online cliccando qui.
Martedì 14 agosto 2012 - Biella (BI), Italia
Pubblicato il roaster del BMC FreeBike Cycling Team per la Haute Route sul sito ufficiale
Un post su twitter da parte dell'organizzazione ha informato tutti della pubblicazione del roaster schierato dai vari team per la manifestazione. Per tutti noi è una grande emozione poter leggere i nostri nomi sulla pagina del sito dedicata alla nostra equipe. L'immagine accattivante dei numeri di corsa, le schede personali, la bandiera italiana, insomma l'insieme infonde una grade carica d'energia per partire con il piede giusto! Ecco la nostra pagina: http://www.hauteroute.org/en/teams/riders/bmc
Venerdì 17 agosto 2012 - Biella (BI), Italia
Mancano meno di 24 ore al via di questa grande avventura
L'adrenalina sta salendo. I preparativi proseguono a ritmo serrato. I mezzi tecnici vengono controllati e curati con precisione maniacale per essere pronti e competitivi, gli apparecchi elettronici sono stati predisposti, e le batterie sono in carica. Anche l'ammiraglia e il furgone sono stati lavati e lucidati apposta per l'occasione. Alcuni dei protagonisti stanno rifinendo la preparazione fisica con l'ultima sgambata. Il roadbook di 66 pagine è stato stampato e su di esso sono state studiate le tappe. Alle ore 15:00, presso il FreeBike Store l'ultimo meeting pre-partenza: ora tocca a noi!
Sabato 18 agosto 2012 - Genève (GE), Suisse
L'attesa è finita: da domani il gioco si farà duro, molto duro
Se qualcuno pensava che la vigilia della partenza della Haute Route fosse un giorno di relax si sbagliava! Alle 9:00 la carovana ha lasciato Biella alla volta di Ginevra. Rintracciato l'hotel a circa 14 km dal villaggio di partenza, e lasciati i bagagli, è scattata l'ora degli accrediti. I sette corridori sono entrati in possesso dei loro cosiddetti "Bib Numbers". Anche gli accrediti media sono stati ritirati: per la cronaca, la manifestazione sarà visibile su France 2, France 3, su Sky, e anche la Rai ha acquistato i diritti d'immagine, motivo per cui giovedì a Radio Corsa, su Rai Sport 2 è possibile passi un piccolo servizio in merito! Non dimenticate di seguirci anche così!
Alle 18:00 il gruppo ha assistito al meeting obbligatorio, presso il teatro di Ginevra, durante il quale sono stati ricordati i punti principali del regolamento: da non sottovalutare il sistema di ammonizioni in caso di qualsiasi tipo di disattendimento dello stesso. Il primo sarà solo verbale, il secondo comporterà 30 minuti di penalità in classifica generale, il terzo ne aggiungerà 60, e se si arriva al quarto, si perderà la possibilità di essere inseriti in classifica.
In generale tuttavia l'intera macchina organizzativa è sembrata davvero all'avanguardia. Ogni particolare è stato curato nei minimi dettaglia, proprio come se ogni corridore fosse parte di una gara a tappe in stile "Tour de France".
A sera, dopo cena, di fronte al van del team è stata la volta della rifinitura delle biciclette e del montaggio degli ultimi particolari. Domani l'avventura avrà il suo inizio vero e proprio a partire dalle ore 6:45, quando verranno aperti i cancelli e i corridori potranno popolare le griglie di partenza. Il caldo, se oggi si è dimostrato asfissiante, anche domani non sarà da meno, con la colonnina di mercurio che ha sfiorato oggi, e forse supererà domani i 40° C. Da domani vogliamo il vostro tifo! (In allegato la foto del Safety Meeting).
Domenica 19 agosto 2012 - Megève (Haute-Savoie), France
Chi ben comincia é a metà dell'opera...
...e il team ha iniziato alla grande! 3 colli alpini già alla prima tappa con il Col de Romme, il Col de la Colombière e il Col des Aravis (due di seconda e uno di terza categoria). Ma andiamo con ordine: il ritrovo per tutti i corridori era fissato presso i cancelli di partenza sul lungolago di Ginevra, ove puntuali si sono presentati i nostri sette emozionati riders, risultando di gran lunga i primi del plotone. Anche l'ammiraglia viene corredata con uno sticker degno della carovana del Tour de France, diventando cosí la official media/press car numero 63. Lo speaker scalda il pubblico, si sprecano sorrisi, si fanno gli ultimi esercizi di stretching, si controllano gli ultimi particolari dei propri mezzi meccanici, qualcuno coglie l'occasione per fare amicizia con un inglese, un neozelandese, un brasiliano, un giapponese: tutto ció in un'atmosfera assolutamente incantata. Per tanti rappresenta effettivamente il raggiungimento di un grande sogno. Non si avverte la classica atmosfera puramente agonistica, molto piú palpabile é la voglia di confrontarsi tutti assieme, é la voglia di trovare la determinazione necessaria per affrontare una settimana di cotanta fatica, é infine l'occasione per poter godere di paesaggi mozzafiato tra i colori caratteristici di un'estate bollente. Il vociare s'interrompe, i gabbiani si appollaiano incuriositi: 5, 4, 3, e il conto alla rovescia dá il via a questa grande avventura, il successivo applauso determina invece l'inizio della festa. I 600 si allungano in un tortuoso serpentone attraverso i viali ginevrini procedendo per circa 25 chilometri a velocitá controllata, dopodiché il via reale, dato dal direttore di gara: si aprono cosí le danze. Oltre alle salite particolarmente impervie, anche il caldo estremo gioca un ruolo non indifferente. La prima salita fa capire al gruppo di testa che non é piú tempo di scherzare, i nostri tuttavia si dimostrano abili nel mantenere le prime posizioni, tamponando ogni allungo. L'ammiraglia intanto si prepara a fornire assistenza in cima alla Colombière, dove Chocol riesce a scollinare in seconda posizione dimostrando di saper reggere alla grande il ritmo dei migliori: altre sorprese non mancano! Ferdusi compare all'orizzonte attorno alla ventesima posizione, poco dopo a seguire tutti gli altri, eccetto Paolo Maggia, il quale ha scelto di vivere a pieno anche lo spirito turistico di questa manifestazione, scattando fotografie e intessendo svariate conversazioni con alcuni compagni di fatiche. Il terzo colle di giornata é una vera cartolina: i corridori, come tante formichine colorate, in fila una all'altra, disegnano delle lunghe linee cromatiche sul versante montano da scalare: lo spettacolo della Haute Route é servito! La successiva discesa gioca a Marco Scanziani un brutto scherzo: si trova costretto ad assaggiare l'amaro sapore dell'asfalto a causa di una borraccia lasciata cadere a terra dal concorrente avanti a lui. Alcune brutte escoriazioni non fermano il nostro inossidabile "Muzio", il quale terminerá la tappa conservando un'ottima posizione nonostante tutto. Al traguardo Michel Chocol si aggiudica il primo podio di questa edizione, salendo sul secondo gradino, seguono nell'ordine Ferdusi, Pellissier, Marchionatti, Brandalese, Scanziani e Maggia. L'esordio non poteva essere migliore, anche perché l'intera equipe si é classificata quinta nel ranking. Domani é previsto il primo arrivo di tappa in salita (di prima categoria), nel centro di Courchevel. In bocca al lupo ragazzi!
Lunedì 20 agosto 2012 - Courchevel (Rhône-Alpes), France
I ragazzi non mollano, anzi recuperano...
All'indomani della prima massacrante tappa l'incognita era rappresentata dal possibile mancato recupero fisico: niente di tutto ciò! Allo start i nostri si sono presentati decisamente pronti: la situazione muscolare è sembrata buona, mentre quella mentale è apparsa senza dubbio ottima. L'unicità di tale esperienza è una delle principali fonti di energia. Al villaggio di partenza c'è il tempo per noi giornalisti di effettuare alcune interviste, tra le quali anche quella ad Emma Pooley, campionessa del mondo e vice campionessa olimpica a cronometro tra le professioniste delle due ruote. Ma passiamo al racconto della corsa vera e propria. Dopo pochissimi chilometri dalla partenza si presenta subito la prima asperità da affrontare, il Col des Saisies, una salita di seconda categoria tanto impegnativa quanto panoramica. Ad attendere i corridori sulla sommità anche un numeroso branco di cavalli liberi, incuriositi dal clamore del pubblico e della carovana. A guidare il gruppo è l'inesauribile Pouley, la quale ha saputo imporre un ritmo davvero elevato. Sul tappeto dei cronometristi appena dopo la britannica transita il nostro Chocol, il quale non vuole lasciare spazio ai suoi pericolosi rivali in classifica generale. Poco dopo è il turno di Ferdusi, Pellissier, Marchionatti e Brandalese, più distaccato Maggia. Il rifornimento, grazie all'impeccabile assistenza di Claudio Tosin, avviene perfettamente, permettendo così a tutti di affrontare con due borracce piene la seconda parte di gara. La discesa è abbastanza tecnica, da guidare, ma tutti sanno distinguersi, recuperando così parecchie posizioni. Il tratto seguente, in pianura, non concede alcun riposo poiché la velocità del plotone è assai elevata e le carreggiate delle strade sono particolarmente ampie. Tutti cercano dei compagni con cui collaborare dandosi cambi regolari per sconfiggere un poco la fatica. A poco più di 20 chilometri dall'arrivo i cartelli ricordano ai concorrenti che vi è ancora una salita da affrontare, di prima categoria, sino a Courchevel. Il manto stradale non si presenta in ottime condizioni, anzi, alquanto ingombranti sono alcuni cantieri che invadono il tracciato. L'asfalto è davvero bollente, le pendenze sono massacranti, ma i nostri trovano un orgoglio infinito nei loro cuori e nelle loro menti, e dando tutto ciò che hanno, conquistano posizioni di assoluto rilievo. La classifica di tappa vede Chocol ancora una volta 2°, seguito da Ferdusi in 16ª posizione, poi da Marchionatti e Brandalese, Pellissier e Maggia. Nella classifica a squadre, grazie all'ottima prestazione complessiva, è stata recuperata una posizione. A coronare una giornata così, regalando una piccola ciliegina a tutti, è stata la visita a sorpresa del nostro motociclista ufficiale, Paolo Conta. In un'atmosfera ampiamente positivia vi è purtroppo da registrare la defezione, in partenza, di Marco Scanziani, il quale dopo la caduta del giorno precedente, sommata ad altri piccoli malanni fisici, è stato costretto a rinunciare alla tappa, perdendo così la possibilità di risultare ancora all'interno del ranking generale. Dopo le interviste di rito l'equipe appare molto soddisfatta e motivata, tutti sanno di aver dato il possibile per fare bene. É emerso un livello di competizione davvero elevato, specialmente nel gruppo di testa: la soddisfazione è dunque doppia pensando d'esser riusciti a tener testa ai migliori. Domani una delle tappe più difficili, contrassegnata sul roadbook da 5 su 5 stelle: sono previsti 138 chilometri di pura fatica, caratterizzati da 3 colli mitici, 2 dei quali di prima categoria, e uno di seconda. Nomi come il Col de la Madeleine, il Col du Glandon e l'Alpe d'Huez, per un dislivello complessivo di 4'700 metri: saper dosare le energie sarà il leitmotiv della tappa numero 3.
Martedì 21 agosto 2012 - Alpe d'Huez (Rhône-Alpes), France
5 stelle per la "tappa maratona" della Haute Route: ma che soddisfazione!
I ragazzi lo sapevano: la terza tappa da Courchevel all'Alpe d'Huez faceva davvero paura. Con 4'700 metri di dislivello su 138 chilometri di percorso rappresentava qualcosa di più di una gara in bicicletta, arrivare in cima all'ultimo colle e poter tagliare il traguardo indenni era l'obiettivo principale. Obiettivo più che mai centrato con profitto! Partenza alle 7:30 dal parcheggio dei trampolini di Courchevel, in discesa, a velocità controllata. Con la discesa termina anche la pacchia e i nostri prodi pedalatori iniziano a stantuffare verso la vetta della Madeleine. La salita è caratterizzata da due tronconi molto ripidi intervallati da un pianoro, nel quale è possibile prendere un poco fiato e rilanciare la velocità; fortunatamente durante questa prima fatica di giornata il caldo non è opprimente. Nel silenzio più totale, rotto solo dai campanacci delle mucche al pascolo, e dal tubare dei corni delle alpi, i ciclisti salgono di gran lena. In un primo momento Michel prende la testa del gruppo, provando per un paio di chilometri a forzare il ritmo: l'obiettivo è quello di scremare un po' il gruppo in cui ci sono anche i diretti avversari. Sul tappeto cronometrico della cima transita tuttavia per primo l'invincibile Peter Pouly, seguito a poco più di trenta secondi dal nostro italiano, il quale procede spedito affiancato dalla britannica volante. La discesa è molto lunga, ripida e senza pause, nonostante ciò non si vedono particolari variazioni in testa alla corsa. Mentre i primi completano i primi tornanti a scendere, Ferdusi, Marchionatti e tutti gli altri consumano gli ultimi a salire. Niente pausa: il Col du Glandon, con i suoi paesaggi mozzafiato, attende i ragazzi; loro però non avranno come noi, seduti in ammiraglia, l'opportunità di godere di cotanta meraviglia naturalistica. Al termine della scesa una bicicletta enorme ricorda agli amatori il recente passaggio dei professionisti del Tour de France: si respira la vera aria di montagna, le pietre miliari ad ogni chilometro non sanno far altro che ricordare quanta fatica devono ancora affrontare i corridori. A classifica invariata si affronta l'ultima discesa: il caldo aumenta, l'umidità anche, condizioni meteorologiche marcatamente sfavorevoli quando si affronta una salita, in questo caso quella che porta all'Alpe d'Huez, dove finalmente comparirà all'orizzonte lo striscione d'arrivo. Una tappa del genere si dimostra davvero insidiosa, il rischio di perdere energie in azioni sconsiderate è troppo elevato, percui è palese il fatto che siano state queste alcune delle motivazioni che hanno portato al congelamento della classifica sin dopo la prima "Montée". Stravolti, sotto il gonfiabile dell'arrivo, giungono in ordine: il francese Pouly, l'italiano Chocol e il Keniano Muya John Njoroge. La soddisfazione è grande, la stanchezza ancora di più. La necessità di reintegrare al più presto i liquidi persi porta i più ad affollare uno dei centri di ristoro: il peggio è appena alle spalle, ma è andata. Una tappa del genere resterà indelebile, nella mente e nei muscoli di ognuno dei partecipanti: la sfida è vinta! Nell'ordine anche Ferdusi, Pellissier, Marchionatti e Maggia hanno potuto festeggiare il loro obiettivo raggiunto. L'applauso infinito e scrosciante del pubblico, quasi commosso, ha accomapgnato ed abbracciato l'arrivo di tutti i corridori, dimostrando forse una volta in più che il fare fatica mette sempre tutti d'accordo. Ci tocca comunque apprendere del ritiro di uno dei nostri, che tanto bene ha fatto nei giorni scorsi, ma che oggi è incappato in un mal di schiena feroce che non gli ha potuto permettere di terminare la sua impresa: Gianni Brandalese è out.
Mercoledì 22 agosto 2012 - Bourg d'Oisans (Rhône-Alpes), France
Il BMC Team corre più veloce delle lancette dell'orologio nella scalata contro il tempo all'Alpe d'Huez...
Non contenti di averla già affrontata il giorno precedente, all'interno della tappa cosiddetta "maratona" della Haute Route 2012, i concorrenti hanno dovuto affrontare anche la cronoscalata ad uno dei colli più famosi del ciclismo di tutti i tempi: l'Alpe d'Huez. La tappa prevedeva 14,5 chilometri con partenza da Bourg d'Oisans per affrontare gli innumerevoli tornanti che portano alla cima. La startlist vedeva partire i corridori in ordine inverso rispetto alla classifica del giorno precedente, perciò Paolo Maggia, il primo del team a scendere dal cancelletto di partenzam, si è presentato al via attorno alle 10:40 del mattino. L'hanno poi seguito tutti gli altri, sino a Michel Chocol, il quale è partito per penultimo, sotto il sole delle 12:30. Il caldo è il nemico numero uno, incide senza dubbio anche più delle ardue pendenze: un rifornimento idrico a metà salita permette a tanti di venir rinfrescati con secchiellate d'acqua versate dai volontari sul capo dei partecipanti. Il tracciato è già nella testa di tutti visto che ha rappresentato l'ultima ascesa della tappa precedente, è così che in molti riescono a dosare meglio le forze, migliorando le traiettorie, e trovando quella determinazione necessaria per stabilire dei grandi tempi: è una gara dove più delle gambe conta la testa, in cui ad ogni pedalata bisogna cercar di dare il massimo. I visi di coloro che raggiungono il traguardo sono stravolti dalla fatica e dal sudore. Dopo pranzo mi reco personalmente presso la sala stampa, in cui tutti i colleghi sono in trepida attesa: attorno alle 15:00 il dispaccio ufficiale con la classifica definitiva. Peter Pouly, il marziano francese in testa alla classifica generale, si aggiudica anche questa prova coprendo i 1'100 metri di dislivello in 42':20", un tempo degno del Tour de France: Marco Pantani aveva impiegato infatti poco più di 39 minuti, stabilendo un record ancora oggi inviolato. Secondo classificato però, e primo tra gli umani, Michel Chocol, che ha impiegato 46':48", a quasi 19 chilometri orari di media. Scorrendo i nomi troviamo poi Luigi Ferdusi 32° (55':04"), 83° Andrea Marchionatti (58':48"), 184° Paul Pellissier (1:03':55") e 403° Paolo Maggia (1:19':07"). Ancora un podio dunque per Chocol, il quale mantiene saldamente anche la sua seconda posizione in classifica generale. Una prova maiuscola per tutta la squadra, che nel pomeriggio approfitta per cercare un po' di riposo, dopo tanta fatica e tanto caldo.
Giovedì 23 agosto 2012 - Alpe d'Huez (Rhône-Alpes), France
La gestione delle energie è l'obiettivo principale in una tappa come quella di oggi, dura, insidiosa e pericolosa...
Il menù di giornata prevede la partenza dall'Alpe d'Huez, il superamento di tre asperità come il Col de Sarenne, il Col du Lautaret e il Col d'Izoard per poi arrivare, ancora una volta in salita, dopo 136 chilometri e 3'700 metri di dislivello, a Risoul. Anche questa volta sul roadbook la tappa viene caratterizzata da cinque stelle, ciò significa che i corridori dovranno fare molta attenzione nel gestirsi. La prima parte di percorso verso il Col de Sarenne è un vero spettacolo, immersi nella natura più incontaminata e circondati da vette imponenti, i corridori procedono su stradine alquanto impervie e ombrose, patendo un poco anche il freddo. Il gruppo tuttavia rimane unito sino all'inizio della discesa tanto ripida quanto tecnica: il fondo presenta diverse buche e sconnessioni, nonostante ciò i nostri sanno farsi valere raggiungendo la valle nelle prime posizioni. Tocca al Col du Lautaret: 25 sono i chilometri che separano i corridori dai 2'058 metri della cima, bisogna tener duro, anche con la testa. In vetta Claudio Tosin attende i ragazzi per un primo rifornimento: sul viso di ognuno si legge la fatica, ma anche la tanta determinazione per affrontare la lunga e veloce discesa verso Briançon. Le strade sono molto ampie perciò è necessario procedere in piccoli gruppetti, chi rimane da solo ha un nemico in più da sconfiggere: il vento. Il fondovalle presenta un tratto di percorso senza sensibili pendenze che i ciclisti si bevono facilmente raggiungendo in un lampo l'attacco della salita successiva. Si affronta il lato nord del Col d'Izoard: non è la versione più dura e più famosa della Casse Deserte, tuttavia sono comunque 23 i chilometri da percorrere per raggiungere i 2'360 metri dell'estremità; gli ultimi 9 chilometri inoltre sono caratterizzati da pendenze costanti attorno all'8%, con picchi del 9% nei pressi del rifugio Napoleone. Il paesaggio è senza dubbio mozzafiato, ma i ciclisti non avranno la facoltà di goderselo appieno. L'ammiraglia risale rapidamente il colle cercando di guadagnare tempo per preparare al meglio il secondo rifornimento: sebbene ora la temperatura non sia elevata e l'utilizzo della felpa sia d'uopo, il caldo si farà sentire e una borraccia vuota in questa fase rappresenterebbe un problema non indifferente, inoltre risulta assolutamente improrogabile l'apporto massiccio di zuccheri per poter affrontare al meglio l'ultima rampa verso l'arrivo. Se al Lautaret Ferdusi ha sorpreso tutti presentandosi per primo tra i biellesi, l'Izoard ripropone il copione visto durante tutta la settimana, con Chocol che procede spedito e tutti gli altri al seguito. Si imbocca la discesa, la prima parte della quale mostra tanti elementi di pericolo a cui prestar attenzione. Dopo pochi tornanti accade un fatto inatteso: un corridore della EcoCyclo Sport che precede di poco la nostra ammiraglia, imposta maldestramente una curva. Tale errore costringe l'atleta francese a commettere una serie di manovre correttive che lo portano ad urtare il cordolo delimitante la carreggiata. Se questa prima fase ci spaventa, la seconda ci pietrifica: assistiamo infatti al suo capottamento, e conseguente volo, giù per il precipizio: il silenzio risuona assordante in macchina. Percorriamo ancora qualche metro, mentre impotenti, dal finestrino, vediamo il transalpino rotolare su sé stesso sempre più giù, inesorabilmente, senza mai riuscire ad arrestarsi. Dopo quattro giravolte rimane immobile: il sospiro di sollievo è d'obbligo quando, dopo pochi secondi, il ragazzo si muove e tenta di risalire il pendio. Per lui alcuni punti di sutura, qualche escoriazione, ma nonostante tutto, eroicamente, raggiungerà il traguardo. I nostri proseguono imperterriti, disegnando traiettorie impeccabili e recuperando terreno su tanti altri concorrenti. Terminata la discesa, rivelatasi decisamente stressante, è il turno della "dernière montée" (l'ultima salita di giornata), che porta la carovana a Risoul. Il caldo e l'umidità rappresentano un'ulteriore difficoltà: i volti appaiono oramai stravolti, e solo la forza di volontà permette ai più di tener duro sino all'ultimo metro. Il paesino francese è pronto ad accogliere i suoi eroi, abbracciandoli uno ad uno, ed accogliendoli all'interno di un'arena naturale formata dal folto pubblico. Gli applausi fragorosi regalati a ciascun atleta attestano una volta di più, semmai ce ne fosse ancora il bisogno, la magnificenza dell'impresa compiuta. Per i primi la gara è già terminata quando iniziano a scendere alcune gocce di pioggia, che rendono ancora più thrilling una giornata già emozionate. La classifica di tappa recita 4° Chocol che regala il podio e 10 secondi al rivale americano, ma per un giorno può evitare così la cerimonia di premiazione, e godersi 3/4 ore di irrinunciabile riposo in più; seguono al 21° posto il tenace Ferdusi, al 52° il guerriero Pellissier, al 64° l'irriducibile Marchionatti e al 384° il bagnato ma divertito Maggia. La classifica generale vede il team italiano ancora in 5ª posizione ma in netto recupero, mentre Chocol è saldamente in seconda posizione.
Venerdì 24 agosto 2012 - Risoul (Hautes-Alpes), France
Lo spettacolo della natura accoglie i ciclisti: ma quanta fatica!
La sesta tappa è effettivamente la penultima, molti potrebbero iniziare a pensare che Nizza sia oramai vicina, ma purtroppo per i ciclisti non è così! Prima il Col de Vars, poi la durissima Cime de la Bonnette e la salita finale ad Auron sono le difficoltà di giornata. Dalla fresca Risoul si parte con una luce splendida, quella delle 7 di mattina, che filtra tra le vette d'orate formando degli incredibili giochi cromatici nelle valli percorse dal plotone. Dopo alcuni chilometri di ombrosa discesa, dove il freddo si fa sentire, si attacca quanto prima l'ascesa al Col de Vars. La salità, sebbene impegnativa e lunga, non presenta pendenze impossibili, inoltre a metà vi sono qualche centinaia di metri in cui si può pedalare più agilmente e riprendere fiato. Il panorama è davvero splendido, il senso di quiete pervade ogni cosa, sebbene gli sportivi abbiano ridotte possibilità di apprezzare cotanto incanto. Dopo quasi una ventina di chilometri di fatica la discesa, alquanto morbida e pedalabile, permette ai più di recuperare le energie necessare ad affrontare una delle salite più dure di questa competizione a tappe, seconda forse solo al Glandon: si tratta della mitica Bonnette, che porterà i partecipanti a sfiorare, dopo 23 chilometri, i 3'000 metri d'altitudine. A metà dell'ascesa l'ammiraglia rimane in attesa del BMC Team per un rifornimento, mentre io mi trovo già in cima. L'attesa è lunga ma ne vale senza dubbio la pena. Sebbene il vento sia molto forte lo spettacolo dall'estremità è davvero qualcosa di inimmaginabile: la strada disegna un lungo serpentone in mezzo ad un panettone ricoperto da ghiaione scuro, facendolo rassomigliare davvero al suolo lunare. Attorno alle 11:30, in lontananza, spunta il primo corridore: è il solito Pouly! Dopo pochi minuti tuttavia compare anche Michel Chocol che, esprimendo uno sforzo sovraumano, raggiunge la cima in ottima posizione. Vestito il giubbino antivento, ed effettuato un ultimo piccolo rifornimento a base di coca cola, la bevanda più richiesta, poichè permette di decontrarre lo stomaco stretto dal grande sforzo compiuto, s'invola in discesa. Seguono la medesima prassi nell'ordine anche Ferdusi, Marchionatti, Pellissier e Maggia. Dopo qualche tornante insidioso la discesa si fa più pedalabile e la temperatura sale, fin quasi a soffocare i corridori raggiunto il fondo valle. A causa di queste condizioni meteorologiche, così provanti, lo strappo finale verso Auron si fa sentire duramente nelle gambe già stremate dei ciclisti. Al traguardo il podio di giornata è composto dal francese Pouly, sempre più in giallo, dall'americano Blaugrund e dal nostro Chocol, che rafforza ulteriormente la sua seconda posizione nella classifica generale. Il team si sta comportanto sempre meglio, il profumo del traguardo finale forse, dà quel pizzico di energia in più per andare sempre più forte: ed ecco che Ferdusi conclude 18°, Marchionatti 51°, Brandalese 109°, Pellissier 193° (per lui giornata difficile), e Maggia 384°. Alle 17:30 la cerimonia del podio e poi tanto riposo.
Sabato 25 agosto 2012 - Nice (Provence-Alpes-Côte d'Azur), France
La via verso la gloria è vicina, ma solo dopo le ultime tre salite...
L'emozione è palpabile, ovvio. Sveglia per tutti alle 4:45, colazione, preparazione delle bici, e via verso la partenza. Alle 06.45 è previsto l'avvio dal centro di Auron. Prima dello start però c'è l'occasione di mettere in campo impressioni e sensazioni dopo tanta fatica vissuta assieme. Nizza si avvicina, manca poco per vivere il trionfo lungo la Promenade des Anglais, ci si scambiano sorrisi, pacche sulle spalle, sia tra i corridori rimasti in gruppo, sia tra gli organizzatori. Nel silenzio più profondo scatta l'ultimo conto alla rovescia: «cinq, quatre, trois, deux, un...». Il plotone s'invola compatto in discesa, verso il fondo valle, a velocità controllata. Dopo 30 chilometri il via ufficiale alla porzione cronometrata, con la prima salita di giornata verso il Col de la Couillole a 1'678 metri. Si intuisce sin d'ora che il mare è oramai vicino, la vegetazione infatti sta mutando, diventando sempre più quella classica dell'area mediterranea. A vedere l'altimetria sembra una tappa semplice, ma già la prima asperità di 16 chilometri fa cambiare completamente idea a tutti: la strada, stretta e tortuosa, si inerpica duramente. In cima per fortuna è posizionato il primo rifornimento. La discesa è lunga ed insidiosa, molti tratti vengono affrontati ad altissima velocità, ed alcune curve diventano particolarmente pericolose, vista anche la poca pulizia del fondo. Per questo motivo non ci si può rilassare mai, la tensione rimane alta sino al termine quando una nuova salita attende i corridori: la montée al Col de Saint Raphael. La cima è posta a 962 metri sul livello del mare, sembra poco più di uno strappetto se confrontato alle altitudini raggiunte in questi giorni: non rappresenta dunque un pericolo per nessuno, inoltre le classifiche sono già ben delineate, ecco perchè il gruppo di testa rimane pressoché compatto, salendo comunque con un grande ritmo. In cima al colle i ragazzi del BMC Team trovano Claudio Tosin pronto per effettuare il rifornimento: ne manca solo più uno e la Haute Route è andata! Il Col de Vence impegna i ragazzi per poco più di una ventina di chilometri. Si sfiorano i mille metri d'altitudine, ma ogni pedalata non è più un atto di fatica, si trasforma invece in un ricordo: paesaggi, tattiche, persone, sudore, determinazione, stanchezza, paura, sorrisi, abbracci, rischi, soddisfazioni. La britannica Emma Pooley e il francese Peter Pouley raggiungono assieme l'ultimo cancello segnatempo, ricordando a tutto il pubblico che li attende che sono loro i più forti dell'edizione 2012. Le telecamere dell'organizzazione accorrono per catturare le loro prime impressioni a caldo. Dopo qualche istante arrivano anche Michel Chocol e Ben Blaugrund, a completare non solo il podio di giornata, ma anche quello della generale. Basta poco per veder scollinare anche tutti gli altri. La sensazione di aver compiuto qualcosa di grande è comune ai più, i quali si lasciano andare a lacrime di gioia e commozione. Svariati sono gli scatti delle macchine fotografiche, alcune interviste, qualche battuta con i reporter, una telefonata ai propri cari, e poi nuovamente in sella verso il paese di Vence. Qui un immenso bike park attende tutti i ciclisti in centro città: è ora di rifocillarsi un po' e prepararsi per la parata finale verso Nizza. Veronique Joseph, responsabile generale di tutto il plotone, consegna ad ogni "finisher" che ha superato i 19 mitici colli, una medaglia commemorativa e una maglietta da ciclista. Scoccate le 15:00 è l'ora dell'ultima pedalata: una sorta di picchiata in discesa verso la Costa Azzurra, attraversando Cagnes sur Mer e Saint Laurent du Var. Attorno alle 17:00 la Promenade des Anglais, a Nizza, si zittisce, oramai libera dal traffico: una teoria di moto strombazzanti dell'organizzazione scorta l'intero gruppo, compattato nel dettaglio per l'occasione, sino alla linea del traguardo, difronte a migliaia di persone in festa. Commozione e pelle d'oca sono reazioni a cui nessuno è immune. Si sentono saltare i tappi delle bottiglie di champagne, si avverte il profumo di bollicine francesi, si gusta il sapore della vittoria, per tutti. Mentre i primi tre della classifica maschile salgono sul podio per la celebrazione ufficiale, passa sorridente Emma Pooley, davanti a tutti i fotografi schierati, di ritorno da un bagno in mare, come da tradizione. Per il BMC Team una bella sorpresa: oltre all'intero gruppo che ha seguito l'intera spedizione, ad attendere i ragazzi, con calici alla mano, anche Paolo Conta e Luigi Nicoletto! Dopo le premiazioni, alcune foto di rito, di cui una tutti assieme sul podio, con alloro, bicicletta ufficiale (BMC SLR 01), e striscione con i colori del team. Per accontentare anche i curiosi della classifica, ricordiamo che dopo le 7 tappe, i 19 colli e i 21'000 metri di dilsivello, a livello maschile, vince la Haute Route in campo maschile il francese Peter Pouly, davanti a Michel Chocol e all'americano Ben Blaugrund. In campo femminile stravince la britannica Emma Pooley, davanti alla vincitrice dell'IronMan di Nizza, la francese Alexandra Louison, terza la svizzera Marianne Kern. Scorrendo la classifica finale troviamo Ferdusi 21°, Marchionatti 54°, Pellissier 82° e Maggia 354°.
Domenica 26 agosto 2012 - Nice (Provence-Alpes-Côte d'Azur), France
Una brutta sensazione è purtroppo realtà.
E' la mattina del giorno dopo, "The Day After"... Siamo ancora a Nizza, a fare colazione in centro, e com'è giusto e prevedibile ci si scambiano ancora ricordi ed aneddoti relativi alla settimana appena vissuta. Ieri però la giornata si è chiusa con un'ombra oscura che aleggiava su tutto il gruppo: oggi sul Nice Matin la dura realtà. Uno dei partecipanti, il giornalista svedese Pontus Schultz, è deceduto in seguito ad un incidente mortale avvenuto in quella discesa che tutti ieri hanno definito particolarmente pericolosa e veloce. Pontus era proprio in coda al gruppetto di Luigi, Andrea e Paul: anche i nostri hanno avuto difficoltà ad impostare quella maledetta curva a destra, Luigi e Andrea hanno sbandato, Paul, poco più indietro, ha addirittura urtato, sbacchettando un paio di volte, con la bici contro il cordolo della carreggiata, mentre il povero Pontus, in coda a tutti, non è riuscito ad effettuare nessuna manovra correttiva, cozzando in pieno contro il limite stradale, e ribaltandosi nel precipizio. Nonostante i soccorsi non c'è stato nulla da fare per lui. Un colpo al cuore per tutti: rendersi conto che il compagno di tante salite, di sette giorni incredibili, con il quale hai scambiato un sacco di parole, si sia dovuto imbattere in un tale destino, è davvero difficile. Le fatalità non si possono calcolare, tuttavia la speranza è che la cura dei particolari e la ricerca spasmodica della sicurezza non abbiano mai fine, specialmente nell'organizzazione degli eventi sportivi.
Il diario finisce qui, ma non smettete di seguirci, altro materiale è in arrivo!
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